giovedì 11 maggio 2017

Gesù promette grandi grazie con questa devozione


1 – “Per l’impronta della mia umanità le loro anime saranno penetrate da vivida luce sulla Mia divinità in modo che, per la somiglianza del Mio Volto, splenderanno più degli altri nell’eternità.” (Santa Geltrude, Libro IV Cap. VII)
2 – Santa Matilde, chiedeva al Signore che coloro i quali celebravano la memoria del dolce Suo Volto, non andassero privi dell’amabile Sua compagnia, ebbe in risposta: “non uno di essi andrà da me diviso”. (Santa Matilde, Libro 1 – Cap. XII)
3 – “Nostro Signore mi ha promesso d’imprimere nelle anime di coloro che onoreranno il Santissimo Suo Volto i tratti della Sua divina somiglianza. ” (Suor Maria Saint-Pierre – 21 gennaio 1844)

4 – “Per il Santo Mio Volto opererete prodigi”. (27 ottobre 1845)
5 – “Per il Santo Mio Volto otterrete la salvezza di molti peccatori. Per l’offerta del Mio Volto nulla vi sarà rifiutato. Oh se sapeste quanto il Mio Volto sia gradito al Padre Mio!” (22 novembre 1846)
6 – “Come in un regno tutto si acquista con una moneta sulla quale sia impressa l’effige del principe, così con la preziosa moneta della Santa Mia Umanità, cioè col Mio Volto adorabile, voi otterrete nel Regno dei Cieli quanto vi aggrada.” (29 ottobre 1845)
7 – “Tutti coloro che onoreranno il Santo Mio Volto in spirito di riparazione, faranno con ciò l’opera medesima della Veronica.” (27 ottobre 1845)

8 – “Secondo la premura che porrete nel restaurare le Mie sembianze sfigurate dai bestemmiatori, io avrò cura delle sembianze dell’anima vostra sviata dal peccato: vi ristabilirò la Mia Immagine e la renderò così bella come era quando uscì dal Fonte Battesimale.” (3 novembre 1845)
9 – “Io difenderò innanzi al Padre Mio la causa di tutti coloro, che mercè l’opera di riparazione sia con preghiere, sia con parole, sia con iscritti, difenderanno la Mia causa: in morte asciugherò la faccia della loro anima, tergendone le macchie del peccato e ridandole la sua primitiva bellezza.” (12 marzo 1846)
Promesse di Gesù ai devoti del Suo Santo Volto
Preghiera al Volto Santo di Gesù
1) Volto dolcissimo di Gesù , che con infinita dolcezza guardasti i Pastori nella grotta di Betlemme ed i Santi Re Magi, venuti per adorarti, guarda con dolcezza pure l’anima mia, che, innanzi a te prostrata, ti loda e ti benedice ed esaudiscila nella preghiera che ti rivolge
Gloria al Padre

2) Volto dolcissimo di Gesù, che commosso di fronte alle sventure umane, asciugasti le lacrime dei tribulati e sanasti le membra degli addolorati, guarda con benignità le miserie dell’anima mia e le infermità che mi addolorano. Per le lacrime che spargesti, fortificami nel bene, liberami dal male e accordami quanto ti domando.
Gloria al Padre

3) Volto misericordioso di Gesù, che, venuto in questa valle di lacrime, fosti tanto intenerito dalle nostre sventure, da chiamarti medico degli ammalati e Buon Pastore dei traviati, non permettere che satana mi vinca, ma conservami sempre sotto il tuo sguardo, con tutte le anime che ti danno conforto.
Gloria al Padre

4) Volto santissimo di Gesù, degno soltanto di lode e di amore, eppure coperto di schiaffi e di sputi nella amarissima tragedia della nostra redenzione, rivolgiti verso di me con quell’amore misericordioso, col quale guardasti il buon ladrone. Donami la tua luce perchè io comprenda la vera sapienza dell’umiltà e della carità.
Gloria al Padre


5) Volto divino di Gesù, che con gli occhi bagnati di sangue, con le labbra cosparse di fiele, con la fronte ferita, con le guance sanguinanti, dal legno della croce mandasti il gemito preziosissimo della tua insaziata sete, conserva quella sete benedetta di me e di tutti gli uomini e accogli oggi benignamente la mia preghiera per questa urgente necessità.
Gloria al Padre

Le parole di Giovanni Paolo II: Se crolla la Famiglia crolla il mondo ecco perché

L’idea religiosa della famiglia è espressa in maniera squisitamente perfetta dalle parole di Giovanni Paolo II: “La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda, e vede i due miracoli più belli che ha fatto: donare la vita e donare l’amore”. Ma questa visione ideale del nucleo familiare è schiacciata da una quotidianità fatta di violenze ed incomprensioni, dove i coniugi lottano per la supremazia all’interno della casa, dove le gelosie conducono ad efferati omicidi e dove l’individualità vince sull’amore e sulla convivialità rendendola una pura utopia.

Non per caso Papa Francesco in ‘Amoris Laetitia’ la descrive in questo modo: “In certi casi l’idea di un soggetto che si costruisce secondo i propri desideri assunti come un assoluto”. La quotidianità racconta di un continuo calo delle nascite, di nuclei familiari massacrati dalle difficoltà economiche e di giovani che faticano a creare una famiglia a causa della mancanza di lavoro, ma anche di altri che non la creano perché nell’idea della famiglia tradizionale non si riconoscono.
Si potrebbe dire che si è perso il valore della famiglia, eppure non troppo tempo fa tutto era diverso, lo stato era basato sulla famiglia e ad essa veniva riconosciuta anche una valenza economica. Attorno a questa venivano ordinati e costruiti concetti giuridici, affettivi e demografici ed attraverso questa si trasmetteva la ricchezza di generazione in generazione. Il concetto stesso di economia si identificava con le regole della casa (economia domestica) e lo stato di salute della famiglia era sintomo di quello dello stato.
La crisi della famiglia, quindi, non è solo un problema legato alla religione ma anche e sopratutto alla sopravvivenza dello stato, in questo senso è d’uopo sperare che vengano introdotti dei provvedimenti per far si che siano tutelati asilo e natalità e che vengano stanziati dei fondi per chi decide di farsi carico di una famiglia.
Rafforzare la famiglia e far crescere il tasso di natalità sono dei compiti precipui dello stato, da questo dipende la sua salute finanziaria ma anche il suo sviluppo: in un paese con tasso di natalità pari a 0 o inferiore si ha a che fare con una cittadinanza sempre più vecchia dove la forza lavoro si affievolisce gradualmente ma con costanza fino a svanire. Una simile situazione dipinge una società morente che si appresta, in una visione distopica, all’estinzione. Ma la protezione della famiglia non è solo un dovere economico dello stato è sopratutto un diritto della cittadinanza che, resa economicamente indipendente ed auto sufficiente, si può sentire libera dal cappio della povertà e pronta a vivere la propria vita con la dignità che merita.

Atto di Affidamento a S. Michele Arcangelo

L’8 Maggio del 490, San Michele Arcangelo apparve in sogno al Vescovo Felice a Monte S.Angelo e disse: “Io sono l’Arcangelo Michele, e sono sempre alla presenza di Dio. La grotta è a me sacra ed Io l’ho scelta. Non ci sarà più spargimento di sangue di animali. Dove si apre la roccia il peccato dell’uomo potrebbe essere perdonato. Ciò che è stato richiesto in preghiera sarà concesso. Perciò risalite la montagna e consacrate la grotta al culto cristiano.” In ricordo di questa apparizione, affidiamo oggi la nostra vita e le nostre famiglie a San Michele Arcangelo con questa preghiera.



Principe nobilissimo delle Gerarchie Angeliche, valoroso guerriero dell’Altissimo, amatore zelante della gloria del Signore, terrore degli Angeli ribelli, amore e delizia di tutti gli Angeli giusti, mio dilettissimo San Michele, desiderando io di essere nel numero dei vostri devoti e dei vostri servi, a voi oggi per tale mi offro, mi dono e mi consacro; pongo me stesso, la mia famiglia e quanto a me appartiene sotto la vostra potentissima protezione.
È piccola l’offerta della mia servitù, essendo io un miserabile peccatore, ma voi gradite l’affetto del mio cuore, e ricordatevi che, se da oggi in avanti sono sotto il vostro Patrocinio, voi dovete in tutta la mia vita assistermi e procurarmi il perdono dei miei molti e gravi peccati, la grazia di amare di cuore il mio Dio, il mio caro Salvatore Gesù e la mia dolce Madre Maria, ed impetrarmi quegli aiuti che mi sono necessari per arrivare alla corona della gloria. Difendetemi sempre dai nemici dell ‘anima mia, specialmente nel punto estremo della mia vita. Venite allora, Principe gloriosissimo, ed assistetemi nell’ultimo combattimento;

 e con la vostra arma potente respingerete da me, negli abissi d’inferno, quell’Angelo prevaricatore e superbo che prostraste un dì nel combattimento in Cielo. Così sia.
Angelo che presiedi a custodia generale di tutti gli Angeli della terra, non mi abbandonare. Quante volte ti ho addolorato con le mie colpe… Ti prego, in mezzo ai pericoli che circondano il mio spirito, mantieni il tuo appoggio contro gli spiriti maligni che cercano di buttarmi in preda al serpente della lusinga, al serpente del dubbio, che attraverso le tentazioni del corpo cercano di imprigionare la mia anima.

Deh! Non lasciarmi esposto ai colpi sapienti di un nemico tanto terribile quanto crudele. Fa’ che io possa aprire il mio cuore alle dolci tue ispirazioni, animandole ogni qualvolta parrà spegnersi in me la volontà del tuo cuore. Fa’ scendere nel mio animo una scintilla della soavissima fiamma che arde nel tuo cuore ed in quello di tutti i tuoi Angeli, ma che arde più che sublime ed incomprensibile a noi tutti e soprattutto nel nostro Gesù. Fa’ che al termine di questa miserabile e brevissima vita terrena, io possa venire a godere l’eterna beatitudine nel Regno dei cieli, che io giunga allora ad amare, benedire e gioire. Così sia.

martedì 9 maggio 2017

Preghiera a Santa Rita per i casi impossibili e disperati


O cara Santa Rita,
nostra Patrona anche nei casi impossibili e Avvocata nei casi disperati,
fate che Dio mi liberi dalla mia presente afflizione…….,
e allontani l’ansietà, che preme così forte sopra il mio cuore.

Per l’angoscia, che voi sperimentaste in tante simili occasioni,
abbiate compassione della mia persona a voi devota,
che confidentemente domanda il vostro intervento
presso il Divin Cuore del nostro Gesù Crocifisso.

O cara Santa Rita,
guidate le mie intenzioni
in queste mie umili preghiere e ferventi desideri.

Emendando la mia passata vita peccatrice
e ottenendo il perdono di tutti i miei peccati,
ho la dolce speranza di godere un giorno
Dio in paradiso insieme con voi per tutta l’eternità.
Così sia.

Santa Rita, Patrona dei casi disperati, pregate per noi.
Santa Rita, Avvocata dei casi impossibili, intercedete per noi.

3 Pater, Ave e Gloria.

Supplica a San Gerardo per chiedere e ricevere una grazia importante


O san Gerardo, gli sguardi di tanti sofferenti sono rivolti al tuo santuario. Gli affetti; le speranze di tanti bisognosi sono riposte in te. Implorano le nostre preghiere. Esaudiscile per la gloria di Dio, il bene della Chiesa, l’incremento della fede cattolica. Aiuta quanti ti chiedono fute e grazia per la loro anima; aiuta i cuori oppressi a ritrovare la pace e la libertà dei figli di Dio. Conforta gli afflitti e gli ammalati; proteggi le mamme e i bambini; assisti i giovani nel difficile cammino della vita; soccorri i tuoi devoti. In modo particolare ti raccomandiamo, o san Gerardo, i nostri cari e chi si è raccomandato alle nostre preghiere. Esaudisci tutti perché siano salvate molte anime e liberati dalle infermità molti infelici. Spandi su quanti ti invocano tesori di grazie e di favori, affinché dal tuo santuario di Materdomini tu splenda sempre come faro di luce alle menti, rifugio nei pericoli, soccorso in ogni sventura, richiamo di affetti e di lodi. Amen.

BELLISSIMA NOVENA ALLA MADONNA DI FATIMA – Festa: 13 Maggio


Preghiera
O Vergine Madre, che Ti degnasti di apparire sulle solitarie montagne di Fatima a tre pastorelli, insegnandoci che nel ritiro dobbiamo intrattenerci con Dio nella preghiera per il bene delle anime nostre; ottienici l’amore alla preghiera e al raccoglimento, affinché possiamo ascoltare la voce del Signore e adempiere fedelmente alla sua santissima Volontà.

– Ave Maria…
– Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi


Sono ricorso a Gesù, il più grande medico! Ecco la mia testimonianza di come il tumore all'occhio di mia....


Nel mese di novembre di nove anni fa io e la mia famiglia passammo uno dei momenti più difficili della nostra vita. Insieme con mia moglie andammo all’ospedale per fare un day hospital perché mia moglie aveva una lacrimazione frequente all’occhio, il dotto lacrimale era otturato per cui era necessario praticare un’operazione chirurgica. Ma quel day hospital non fu tale, perché quando l’oculista vide il fondo dell’occhio di mia moglie, chiamò un altro oculista, e poi un altro, e poi un altro e un altro ancora. Alla fine c’erano dieci medici attorno a mia moglie. La portarono di corsa a fare un’ecografia all’occhio. Oggi i dottori non usano più mezzi termini, ma vanno direttamente a denunciare la diagnosi. E la diagnosi per mia moglie fu la seguente: “Melanoma della coroide”. Il melanoma è un tumore altamente metastatizzante e la coroide è l’unità funzionale dell’occhio”. In parole povere, gli diedero sei mesi di vita.

Ma la cosa peggiore che dissero che quel tumore non era primario, era partito da qualche altra parte, per cui incominciarono a fare tutti gli esami e gli accertamenti possibili. TAC, risonanze magnetiche, scintigrafie, ecografie, angiografie con mezzo di contrasto e senza mezzo di contrasto. La diagnosi fu la seguente: “Neoformazione della coroide, presenza di neoformazione solida cubiforme, tumore maligno occhio destro. Nell’occhio destro si osserva una piccola massa di due millimetri, situata sulla parte inferiore della retina. Si prepara la paziente per intervento chirurgico”. Gli fecero la visita anestesiologica, poi il medico si rivolse a mia moglie e gli disse: “Guardi lei sta lottando per conservare l’occhio e la vista. Poi lotterà fra la vita e la morte”. Parole fredde che come una spada attraversarono la nostra anima. Ci sembrò come se il mondo ci cadesse addosso, impauriti e spaesati da questa terribile notizia; facemmo quello che meglio sappiamo fare come cristiani: pregammo, pregammo e pregammo, mai come allora avevo tanto pregato. Eppure sono un pastore evangelico e prego tutti i giorni, ma quel giorno pregai con tutta la mia forza e la mia anima. Piangevo come un bambino. Mi dissi: “Come farò senza mia moglie, e i miei figli come faranno senza la madre? Con noi vivono anche i miei suoceri, chi li accudirà?”. Pensavo alle cose grandi e anche piccole. “Io non so neanche vestirmi, sono daltonico, non so mai mettere i colori insieme, come farò?”. Mille domande, mille interrogativi che sembravano non avere risposta. Poi squillò il telefono ed era un pastore di un’altra comunità che si mise in macchina e venne all’ospedale e pregammo insieme: questo mi confortò tanto. Tutte le comunità evangeliche pregarono in tutta Italia, da Bolzano a Palermo. Pregarono all’estero. Una notte i giovani della mia comunità e di altre comunità pregarono per tutta la notte.

Ci rivolgemmo tutti al Signore, non volevamo essere increduli, noi volevamo essere credenti. Ma il Signore già era all’opera. Quarantotto ore prima un consigliere della mia chiesa, aveva venduto il computer al primario della dermatologia di Bari, il professor Vena, il quale chiamò al fratello e gli disse: “Guardi che il computer che lei mi ha venduto non funziona”. Al che il fratello si è mise subito in macchina e andò dal professore a controllare il guasto accorgendosi che tutto il problema era generato da uno spinotto, un plug che era mal inserito, gli disse: “Veda professore era tutto per colpa di questo spinotto mal inserito”. Il prof Vena replicò: “Ma se entrò soltanto io in questa stanza”!. Approfittando di questo momento di disagio, il nostro fratello gli chiese: “Ma lei non conosce qualche oncologo oculista, una persona brava nel suo campo?” “Sì”, replicò il professore: “Certo che lo conosco! Lui è il migliore, è il rettore dell’ospedale di Siena”. Lo chiamò lui stesso di persona, poi mi diede il cellulare, io lo chiamai e lui mi fissò l’appuntamento il giorno dopo. “Venga qui da me domani stesso, prenda sua moglie e parta per Siena, io l’aspetto”. Il giorno dopo, proprio quando mia moglie doveva subire l’intervento all’occhio. Per fede abbiamo fermato tutto, ci siamo fatti guidare dal Signore, già il fatto che prof. Vena conosceva il rettore dell’ospedale di Siena per noi fu un segno dal cielo. Così andammo via dall’ospedale e ci recammo a Siena. Prima di partire ci mettemmo a pregare in maniera fervida, piangevamo e pregavamo al Signore che Egli potesse intervenire come il “Medico Divino”. Mia figlia non ci volle salutare, era nella sua stanza che piangeva, durante il viaggio la chiamai ma non mi volle rispondere al telefono.

Il giorno dopo la richiamai ma non volle rispondere, la paura di perdere la madre la sconvolse molto, anzi tantissimo. Siamo persone che viviamo per fede, ma quando all’improvviso, a ciel sereno ti arrivano delle prove non è facile da gestire, quando in ballo c’è la tua famiglia, la persona con cui hai deciso di condividere tutto dalla vita e poi ti si dice che al massimo sei mesi e poi morirà, anche se siamo figlioli di Dio, è sempre una grande prova da dover affrontare molto traumatica. Anche se in quei momenti sentivamo la pace di Dio nei nostri cuori e sapevamo che Lui non ci avrebbe mai abbandonato. Mia moglie fece un visita dalle nove meno un quarto fino all’una meno un quarto della mattina seguente all’ospedale di Siena. Venne prima un primario, poi un secondo primario, gli fecero tanti esami e infine si consultarono fra di loro. Poi all’improvviso entrò una professoressa e fece una domanda a mia moglie: “Signora, lei da dove viene?” “Da Bari” le rispose mia moglie, “Suo marito è un collega?” “No”, disse mia moglie: “Era infermiere anche se adesso non esercita più la professione”. La professoressa disse: “Come è piccolo il mondo, io la settima scorsa ero a Bari, ho tenuto un seminario sul cancro agli occhi, ho visto la sua cartella, io conosco tutto di lei”. La verità che non è il mondo piccolo, ma che Dio è grande. Un altro segnale dal cielo venne a consolare i nostri cuori, poi la professoressa continuò: “Adesso mi ascolti bene, le dirò prima le cose negative. Questo non è un melanoma!” Io preso dall’emozione gli misi la mia mano sul suo braccio e gli dissi: “Questo non è un melanoma!” “No”, rispose e poi continuò: “non è un melanoma, non è un tumore secondario, non è un tumore maligno e neanche un tumore benigno. Signora le debbo dire che il tumore non c’è proprio”. Allora i dottori vollero vedere le lastre, tutte quelle che gli fecero giù a Bari, ed erano tantissime. Il primario della radiologia così si espresso: “Il tumore sulle lastre c’è, ma nell’occhio il tumore è sparito, non c’è più”. La gioia che provammo io e mia moglie in quel momento fu indescrivibile, i nostri cuori traboccavano di gratitudine per Colui che ha detto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). Il nostro Dio è Onnipotente, e ascolta la voce del suo popolo, quando il popolo sa piegare le ginocchia e bussare alla porta della grazia e della misericordia. Gesù può fare ogni cosa e noi siamo onorati di appartenere alla grande famiglia di Dio. A Dio sia la gloria.
“Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto (Luca 11:9).

Domenico Modugno, Pastore di Modugno (BA)