giovedì 11 maggio 2017

Gesù promette grandi grazie con questa devozione


1 – “Per l’impronta della mia umanità le loro anime saranno penetrate da vivida luce sulla Mia divinità in modo che, per la somiglianza del Mio Volto, splenderanno più degli altri nell’eternità.” (Santa Geltrude, Libro IV Cap. VII)
2 – Santa Matilde, chiedeva al Signore che coloro i quali celebravano la memoria del dolce Suo Volto, non andassero privi dell’amabile Sua compagnia, ebbe in risposta: “non uno di essi andrà da me diviso”. (Santa Matilde, Libro 1 – Cap. XII)
3 – “Nostro Signore mi ha promesso d’imprimere nelle anime di coloro che onoreranno il Santissimo Suo Volto i tratti della Sua divina somiglianza. ” (Suor Maria Saint-Pierre – 21 gennaio 1844)

4 – “Per il Santo Mio Volto opererete prodigi”. (27 ottobre 1845)
5 – “Per il Santo Mio Volto otterrete la salvezza di molti peccatori. Per l’offerta del Mio Volto nulla vi sarà rifiutato. Oh se sapeste quanto il Mio Volto sia gradito al Padre Mio!” (22 novembre 1846)
6 – “Come in un regno tutto si acquista con una moneta sulla quale sia impressa l’effige del principe, così con la preziosa moneta della Santa Mia Umanità, cioè col Mio Volto adorabile, voi otterrete nel Regno dei Cieli quanto vi aggrada.” (29 ottobre 1845)
7 – “Tutti coloro che onoreranno il Santo Mio Volto in spirito di riparazione, faranno con ciò l’opera medesima della Veronica.” (27 ottobre 1845)

8 – “Secondo la premura che porrete nel restaurare le Mie sembianze sfigurate dai bestemmiatori, io avrò cura delle sembianze dell’anima vostra sviata dal peccato: vi ristabilirò la Mia Immagine e la renderò così bella come era quando uscì dal Fonte Battesimale.” (3 novembre 1845)
9 – “Io difenderò innanzi al Padre Mio la causa di tutti coloro, che mercè l’opera di riparazione sia con preghiere, sia con parole, sia con iscritti, difenderanno la Mia causa: in morte asciugherò la faccia della loro anima, tergendone le macchie del peccato e ridandole la sua primitiva bellezza.” (12 marzo 1846)
Promesse di Gesù ai devoti del Suo Santo Volto
Preghiera al Volto Santo di Gesù
1) Volto dolcissimo di Gesù , che con infinita dolcezza guardasti i Pastori nella grotta di Betlemme ed i Santi Re Magi, venuti per adorarti, guarda con dolcezza pure l’anima mia, che, innanzi a te prostrata, ti loda e ti benedice ed esaudiscila nella preghiera che ti rivolge
Gloria al Padre

2) Volto dolcissimo di Gesù, che commosso di fronte alle sventure umane, asciugasti le lacrime dei tribulati e sanasti le membra degli addolorati, guarda con benignità le miserie dell’anima mia e le infermità che mi addolorano. Per le lacrime che spargesti, fortificami nel bene, liberami dal male e accordami quanto ti domando.
Gloria al Padre

3) Volto misericordioso di Gesù, che, venuto in questa valle di lacrime, fosti tanto intenerito dalle nostre sventure, da chiamarti medico degli ammalati e Buon Pastore dei traviati, non permettere che satana mi vinca, ma conservami sempre sotto il tuo sguardo, con tutte le anime che ti danno conforto.
Gloria al Padre

4) Volto santissimo di Gesù, degno soltanto di lode e di amore, eppure coperto di schiaffi e di sputi nella amarissima tragedia della nostra redenzione, rivolgiti verso di me con quell’amore misericordioso, col quale guardasti il buon ladrone. Donami la tua luce perchè io comprenda la vera sapienza dell’umiltà e della carità.
Gloria al Padre


5) Volto divino di Gesù, che con gli occhi bagnati di sangue, con le labbra cosparse di fiele, con la fronte ferita, con le guance sanguinanti, dal legno della croce mandasti il gemito preziosissimo della tua insaziata sete, conserva quella sete benedetta di me e di tutti gli uomini e accogli oggi benignamente la mia preghiera per questa urgente necessità.
Gloria al Padre

Le parole di Giovanni Paolo II: Se crolla la Famiglia crolla il mondo ecco perché

L’idea religiosa della famiglia è espressa in maniera squisitamente perfetta dalle parole di Giovanni Paolo II: “La famiglia è lo specchio in cui Dio si guarda, e vede i due miracoli più belli che ha fatto: donare la vita e donare l’amore”. Ma questa visione ideale del nucleo familiare è schiacciata da una quotidianità fatta di violenze ed incomprensioni, dove i coniugi lottano per la supremazia all’interno della casa, dove le gelosie conducono ad efferati omicidi e dove l’individualità vince sull’amore e sulla convivialità rendendola una pura utopia.

Non per caso Papa Francesco in ‘Amoris Laetitia’ la descrive in questo modo: “In certi casi l’idea di un soggetto che si costruisce secondo i propri desideri assunti come un assoluto”. La quotidianità racconta di un continuo calo delle nascite, di nuclei familiari massacrati dalle difficoltà economiche e di giovani che faticano a creare una famiglia a causa della mancanza di lavoro, ma anche di altri che non la creano perché nell’idea della famiglia tradizionale non si riconoscono.
Si potrebbe dire che si è perso il valore della famiglia, eppure non troppo tempo fa tutto era diverso, lo stato era basato sulla famiglia e ad essa veniva riconosciuta anche una valenza economica. Attorno a questa venivano ordinati e costruiti concetti giuridici, affettivi e demografici ed attraverso questa si trasmetteva la ricchezza di generazione in generazione. Il concetto stesso di economia si identificava con le regole della casa (economia domestica) e lo stato di salute della famiglia era sintomo di quello dello stato.
La crisi della famiglia, quindi, non è solo un problema legato alla religione ma anche e sopratutto alla sopravvivenza dello stato, in questo senso è d’uopo sperare che vengano introdotti dei provvedimenti per far si che siano tutelati asilo e natalità e che vengano stanziati dei fondi per chi decide di farsi carico di una famiglia.
Rafforzare la famiglia e far crescere il tasso di natalità sono dei compiti precipui dello stato, da questo dipende la sua salute finanziaria ma anche il suo sviluppo: in un paese con tasso di natalità pari a 0 o inferiore si ha a che fare con una cittadinanza sempre più vecchia dove la forza lavoro si affievolisce gradualmente ma con costanza fino a svanire. Una simile situazione dipinge una società morente che si appresta, in una visione distopica, all’estinzione. Ma la protezione della famiglia non è solo un dovere economico dello stato è sopratutto un diritto della cittadinanza che, resa economicamente indipendente ed auto sufficiente, si può sentire libera dal cappio della povertà e pronta a vivere la propria vita con la dignità che merita.

Atto di Affidamento a S. Michele Arcangelo

L’8 Maggio del 490, San Michele Arcangelo apparve in sogno al Vescovo Felice a Monte S.Angelo e disse: “Io sono l’Arcangelo Michele, e sono sempre alla presenza di Dio. La grotta è a me sacra ed Io l’ho scelta. Non ci sarà più spargimento di sangue di animali. Dove si apre la roccia il peccato dell’uomo potrebbe essere perdonato. Ciò che è stato richiesto in preghiera sarà concesso. Perciò risalite la montagna e consacrate la grotta al culto cristiano.” In ricordo di questa apparizione, affidiamo oggi la nostra vita e le nostre famiglie a San Michele Arcangelo con questa preghiera.



Principe nobilissimo delle Gerarchie Angeliche, valoroso guerriero dell’Altissimo, amatore zelante della gloria del Signore, terrore degli Angeli ribelli, amore e delizia di tutti gli Angeli giusti, mio dilettissimo San Michele, desiderando io di essere nel numero dei vostri devoti e dei vostri servi, a voi oggi per tale mi offro, mi dono e mi consacro; pongo me stesso, la mia famiglia e quanto a me appartiene sotto la vostra potentissima protezione.
È piccola l’offerta della mia servitù, essendo io un miserabile peccatore, ma voi gradite l’affetto del mio cuore, e ricordatevi che, se da oggi in avanti sono sotto il vostro Patrocinio, voi dovete in tutta la mia vita assistermi e procurarmi il perdono dei miei molti e gravi peccati, la grazia di amare di cuore il mio Dio, il mio caro Salvatore Gesù e la mia dolce Madre Maria, ed impetrarmi quegli aiuti che mi sono necessari per arrivare alla corona della gloria. Difendetemi sempre dai nemici dell ‘anima mia, specialmente nel punto estremo della mia vita. Venite allora, Principe gloriosissimo, ed assistetemi nell’ultimo combattimento;

 e con la vostra arma potente respingerete da me, negli abissi d’inferno, quell’Angelo prevaricatore e superbo che prostraste un dì nel combattimento in Cielo. Così sia.
Angelo che presiedi a custodia generale di tutti gli Angeli della terra, non mi abbandonare. Quante volte ti ho addolorato con le mie colpe… Ti prego, in mezzo ai pericoli che circondano il mio spirito, mantieni il tuo appoggio contro gli spiriti maligni che cercano di buttarmi in preda al serpente della lusinga, al serpente del dubbio, che attraverso le tentazioni del corpo cercano di imprigionare la mia anima.

Deh! Non lasciarmi esposto ai colpi sapienti di un nemico tanto terribile quanto crudele. Fa’ che io possa aprire il mio cuore alle dolci tue ispirazioni, animandole ogni qualvolta parrà spegnersi in me la volontà del tuo cuore. Fa’ scendere nel mio animo una scintilla della soavissima fiamma che arde nel tuo cuore ed in quello di tutti i tuoi Angeli, ma che arde più che sublime ed incomprensibile a noi tutti e soprattutto nel nostro Gesù. Fa’ che al termine di questa miserabile e brevissima vita terrena, io possa venire a godere l’eterna beatitudine nel Regno dei cieli, che io giunga allora ad amare, benedire e gioire. Così sia.

martedì 9 maggio 2017

Preghiera a Santa Rita per i casi impossibili e disperati


O cara Santa Rita,
nostra Patrona anche nei casi impossibili e Avvocata nei casi disperati,
fate che Dio mi liberi dalla mia presente afflizione…….,
e allontani l’ansietà, che preme così forte sopra il mio cuore.

Per l’angoscia, che voi sperimentaste in tante simili occasioni,
abbiate compassione della mia persona a voi devota,
che confidentemente domanda il vostro intervento
presso il Divin Cuore del nostro Gesù Crocifisso.

O cara Santa Rita,
guidate le mie intenzioni
in queste mie umili preghiere e ferventi desideri.

Emendando la mia passata vita peccatrice
e ottenendo il perdono di tutti i miei peccati,
ho la dolce speranza di godere un giorno
Dio in paradiso insieme con voi per tutta l’eternità.
Così sia.

Santa Rita, Patrona dei casi disperati, pregate per noi.
Santa Rita, Avvocata dei casi impossibili, intercedete per noi.

3 Pater, Ave e Gloria.

Supplica a San Gerardo per chiedere e ricevere una grazia importante


O san Gerardo, gli sguardi di tanti sofferenti sono rivolti al tuo santuario. Gli affetti; le speranze di tanti bisognosi sono riposte in te. Implorano le nostre preghiere. Esaudiscile per la gloria di Dio, il bene della Chiesa, l’incremento della fede cattolica. Aiuta quanti ti chiedono fute e grazia per la loro anima; aiuta i cuori oppressi a ritrovare la pace e la libertà dei figli di Dio. Conforta gli afflitti e gli ammalati; proteggi le mamme e i bambini; assisti i giovani nel difficile cammino della vita; soccorri i tuoi devoti. In modo particolare ti raccomandiamo, o san Gerardo, i nostri cari e chi si è raccomandato alle nostre preghiere. Esaudisci tutti perché siano salvate molte anime e liberati dalle infermità molti infelici. Spandi su quanti ti invocano tesori di grazie e di favori, affinché dal tuo santuario di Materdomini tu splenda sempre come faro di luce alle menti, rifugio nei pericoli, soccorso in ogni sventura, richiamo di affetti e di lodi. Amen.

BELLISSIMA NOVENA ALLA MADONNA DI FATIMA – Festa: 13 Maggio


Preghiera
O Vergine Madre, che Ti degnasti di apparire sulle solitarie montagne di Fatima a tre pastorelli, insegnandoci che nel ritiro dobbiamo intrattenerci con Dio nella preghiera per il bene delle anime nostre; ottienici l’amore alla preghiera e al raccoglimento, affinché possiamo ascoltare la voce del Signore e adempiere fedelmente alla sua santissima Volontà.

– Ave Maria…
– Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi


Sono ricorso a Gesù, il più grande medico! Ecco la mia testimonianza di come il tumore all'occhio di mia....


Nel mese di novembre di nove anni fa io e la mia famiglia passammo uno dei momenti più difficili della nostra vita. Insieme con mia moglie andammo all’ospedale per fare un day hospital perché mia moglie aveva una lacrimazione frequente all’occhio, il dotto lacrimale era otturato per cui era necessario praticare un’operazione chirurgica. Ma quel day hospital non fu tale, perché quando l’oculista vide il fondo dell’occhio di mia moglie, chiamò un altro oculista, e poi un altro, e poi un altro e un altro ancora. Alla fine c’erano dieci medici attorno a mia moglie. La portarono di corsa a fare un’ecografia all’occhio. Oggi i dottori non usano più mezzi termini, ma vanno direttamente a denunciare la diagnosi. E la diagnosi per mia moglie fu la seguente: “Melanoma della coroide”. Il melanoma è un tumore altamente metastatizzante e la coroide è l’unità funzionale dell’occhio”. In parole povere, gli diedero sei mesi di vita.

Ma la cosa peggiore che dissero che quel tumore non era primario, era partito da qualche altra parte, per cui incominciarono a fare tutti gli esami e gli accertamenti possibili. TAC, risonanze magnetiche, scintigrafie, ecografie, angiografie con mezzo di contrasto e senza mezzo di contrasto. La diagnosi fu la seguente: “Neoformazione della coroide, presenza di neoformazione solida cubiforme, tumore maligno occhio destro. Nell’occhio destro si osserva una piccola massa di due millimetri, situata sulla parte inferiore della retina. Si prepara la paziente per intervento chirurgico”. Gli fecero la visita anestesiologica, poi il medico si rivolse a mia moglie e gli disse: “Guardi lei sta lottando per conservare l’occhio e la vista. Poi lotterà fra la vita e la morte”. Parole fredde che come una spada attraversarono la nostra anima. Ci sembrò come se il mondo ci cadesse addosso, impauriti e spaesati da questa terribile notizia; facemmo quello che meglio sappiamo fare come cristiani: pregammo, pregammo e pregammo, mai come allora avevo tanto pregato. Eppure sono un pastore evangelico e prego tutti i giorni, ma quel giorno pregai con tutta la mia forza e la mia anima. Piangevo come un bambino. Mi dissi: “Come farò senza mia moglie, e i miei figli come faranno senza la madre? Con noi vivono anche i miei suoceri, chi li accudirà?”. Pensavo alle cose grandi e anche piccole. “Io non so neanche vestirmi, sono daltonico, non so mai mettere i colori insieme, come farò?”. Mille domande, mille interrogativi che sembravano non avere risposta. Poi squillò il telefono ed era un pastore di un’altra comunità che si mise in macchina e venne all’ospedale e pregammo insieme: questo mi confortò tanto. Tutte le comunità evangeliche pregarono in tutta Italia, da Bolzano a Palermo. Pregarono all’estero. Una notte i giovani della mia comunità e di altre comunità pregarono per tutta la notte.

Ci rivolgemmo tutti al Signore, non volevamo essere increduli, noi volevamo essere credenti. Ma il Signore già era all’opera. Quarantotto ore prima un consigliere della mia chiesa, aveva venduto il computer al primario della dermatologia di Bari, il professor Vena, il quale chiamò al fratello e gli disse: “Guardi che il computer che lei mi ha venduto non funziona”. Al che il fratello si è mise subito in macchina e andò dal professore a controllare il guasto accorgendosi che tutto il problema era generato da uno spinotto, un plug che era mal inserito, gli disse: “Veda professore era tutto per colpa di questo spinotto mal inserito”. Il prof Vena replicò: “Ma se entrò soltanto io in questa stanza”!. Approfittando di questo momento di disagio, il nostro fratello gli chiese: “Ma lei non conosce qualche oncologo oculista, una persona brava nel suo campo?” “Sì”, replicò il professore: “Certo che lo conosco! Lui è il migliore, è il rettore dell’ospedale di Siena”. Lo chiamò lui stesso di persona, poi mi diede il cellulare, io lo chiamai e lui mi fissò l’appuntamento il giorno dopo. “Venga qui da me domani stesso, prenda sua moglie e parta per Siena, io l’aspetto”. Il giorno dopo, proprio quando mia moglie doveva subire l’intervento all’occhio. Per fede abbiamo fermato tutto, ci siamo fatti guidare dal Signore, già il fatto che prof. Vena conosceva il rettore dell’ospedale di Siena per noi fu un segno dal cielo. Così andammo via dall’ospedale e ci recammo a Siena. Prima di partire ci mettemmo a pregare in maniera fervida, piangevamo e pregavamo al Signore che Egli potesse intervenire come il “Medico Divino”. Mia figlia non ci volle salutare, era nella sua stanza che piangeva, durante il viaggio la chiamai ma non mi volle rispondere al telefono.

Il giorno dopo la richiamai ma non volle rispondere, la paura di perdere la madre la sconvolse molto, anzi tantissimo. Siamo persone che viviamo per fede, ma quando all’improvviso, a ciel sereno ti arrivano delle prove non è facile da gestire, quando in ballo c’è la tua famiglia, la persona con cui hai deciso di condividere tutto dalla vita e poi ti si dice che al massimo sei mesi e poi morirà, anche se siamo figlioli di Dio, è sempre una grande prova da dover affrontare molto traumatica. Anche se in quei momenti sentivamo la pace di Dio nei nostri cuori e sapevamo che Lui non ci avrebbe mai abbandonato. Mia moglie fece un visita dalle nove meno un quarto fino all’una meno un quarto della mattina seguente all’ospedale di Siena. Venne prima un primario, poi un secondo primario, gli fecero tanti esami e infine si consultarono fra di loro. Poi all’improvviso entrò una professoressa e fece una domanda a mia moglie: “Signora, lei da dove viene?” “Da Bari” le rispose mia moglie, “Suo marito è un collega?” “No”, disse mia moglie: “Era infermiere anche se adesso non esercita più la professione”. La professoressa disse: “Come è piccolo il mondo, io la settima scorsa ero a Bari, ho tenuto un seminario sul cancro agli occhi, ho visto la sua cartella, io conosco tutto di lei”. La verità che non è il mondo piccolo, ma che Dio è grande. Un altro segnale dal cielo venne a consolare i nostri cuori, poi la professoressa continuò: “Adesso mi ascolti bene, le dirò prima le cose negative. Questo non è un melanoma!” Io preso dall’emozione gli misi la mia mano sul suo braccio e gli dissi: “Questo non è un melanoma!” “No”, rispose e poi continuò: “non è un melanoma, non è un tumore secondario, non è un tumore maligno e neanche un tumore benigno. Signora le debbo dire che il tumore non c’è proprio”. Allora i dottori vollero vedere le lastre, tutte quelle che gli fecero giù a Bari, ed erano tantissime. Il primario della radiologia così si espresso: “Il tumore sulle lastre c’è, ma nell’occhio il tumore è sparito, non c’è più”. La gioia che provammo io e mia moglie in quel momento fu indescrivibile, i nostri cuori traboccavano di gratitudine per Colui che ha detto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). Il nostro Dio è Onnipotente, e ascolta la voce del suo popolo, quando il popolo sa piegare le ginocchia e bussare alla porta della grazia e della misericordia. Gesù può fare ogni cosa e noi siamo onorati di appartenere alla grande famiglia di Dio. A Dio sia la gloria.
“Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto (Luca 11:9).

Domenico Modugno, Pastore di Modugno (BA)

Renato Zero: Vi parlo dela mia fede in Cristo

RENATO ZERO E LA FEDE CRISTIANA



E’ sempre di conforto trovare tracce di fede vissuta e testimonianze della ricerca di Dio nella vita degli altri, nostri fratelli, o nei tanti messaggi che riempiono le giornate.
E’ un segno importante che ci da la misura di come la condizione umana sia spesso una prova da comprendere e gestire, anche per chi sembra così diverso e distante da noi.
Così, sentire uno dei più celebri cantanti italiani, Renato Zero, nella trasmissione di Canale cinque “Amici di Maria De Filippi, in prima serata, accennare al crocifisso e a quante volte sia stato immeritatamente esiliato dalle aule scolastiche, e forse anche da qualche luogo di lavoro, ci rinfranca, e sostiene il pensiero comune: Gesù Cristo, morto per noi, commemorato solo qualche settimana fa per la 2017esima volta, è costretto, in molte circostanze, a farsi da parte, per lasciarci percorrere delle strade alternative, anche se non opportune, nel rispetto amorevole della nostra libertà di scelta.


Se questo pensiero ci rattrista, ci offre nel contempo lo spunto per cercare nella vita di quel personaggio pubblico, che in Tv ha parlato per e a noi, altri segni del passaggio e della chiamata del Redentore.
E così ci ricordiamo di quei bellissimi versi della canzone intitolata “Più su”, non solo interpretata, ma anche scritta, quindi pensata, dallo stesso Renato e da Dario Baldan Bembo, altro noto autore.
Ci scopriamo a canticchiarla: … “E poi, più in alto e ancora su, fino a sfiorare Dio, e gli domando io: “Signore, perché mi trovo qui, se non conosco amore?”, mentre ci si rende conto che tutti, in ginocchio davanti al Creatore, poniamo timorosi le stesse domande, sul motivo della nostra esistenza, sullo scopo dei nostri giorni.
“Sboccia un fiore malgrado nessuno lo annaffierà (…) Canto e piango pensando che un uomo si butta via, che un drogato è soltanto un malato di nostalgia, che una madre si arrende ed un bambino non nascerà, che potremmo restare abbracciati all’eternità.”, perché la sensibilità che segue le vicende della vita, i nostri dolori e le gioie, accomuna gli esseri umani che aprono il cuore all’amore.
“(…) Se qualcuno sorride, tu non tradirlo mai. La speranza è una musica antica, un motivo in più. Canterai e piangerai insieme a me, dimmi, lo vuoi tu? Sveleremo al nemico quel poco di lealtà, insegneremo il perdono a chi dimenticare non sa, la paura che senti è la stessa che provo io, canterai e piangerai insieme a me, fratello mio!”.
Ed allora l’eccentrico cantautore, protagonista e provocatore, spesso truccatissimo e stravagante, della musica leggera italiana, svela ciò che a noi serve sapere: la paura dell’essere al mondo soli, nudi o smarriti, viene appagata e risanata da un Credo, quello cristiano, che ci rende membra di un sol Corpo, inscindibili, legati per sempre al grandioso progetto della storia di salvezza.
Quest’anno Renato Zero festeggia 50 anni di carriera, un traguardo che non a tutti è dato raggiungere. A lui gli auguri perché possa continuare a ricordare nelle sue canzoni quel momento della sua giovinezza in cui faceva il chierichetto, i giorni in cui qualcuno mise nel suo cuore il seme fruttuoso della fede.

Il capo dei sorcini conclude l’intervista a Maria dicendo, mentre tiene in mano la croce: “Questa non è soltanto un’icona. A me m’ha dato tanto Gesù, soprattutto Gesù più che Dio, perché Gesù era un uomo, era vulnerabile. Dio è molto in alto, molto irraggiungibile, ma Lui è venuto, pensate, fino a qui. Ricordatelo ogni tanto come faccio io nelle mie canzoni.”.

sabato 6 maggio 2017

E' CAMMINANDO PER 6MILA KM CHE HO SCONFITTO IL CANCRO

La storia di Mauro Beccaria: cinque anni fa, dopo la diagnosi di un tumore raro, ha viaggiato da solo in 25 Paesi del mondo. A Candiolo una mostra fotografica documenta i suoi itinerari

«Viaggiare, camminare. Riempirsi gli occhi e il cuore di cose belle. È questo il mio modo di combattere il cancro». Negli ultimi cinque anni Mauro Beccaria, 58 anni, pinerolese, ha percorso a piedi, da solo, qualcosa come 6mila chilometri viaggiando in 25 Paesi del mondo. E sì, anche grazie alla “terapia del sentiero” – come la chiama lui - il male terribile che lo aveva colpito nel 2012 si è davvero arrestato. «Ho terminato l’ultimo ciclo di chemioterapia nel dicembre del 2012 – dice -, da allora non prendo più nemmeno una pillola». I medici dell’IRCC di Candiolo che lo avevano in cura parlano di “remissione”: il tumore non si muove più e dunque non fa danni. 



La vita di Beccaria, panettiere a Pinerolo dall’età di 14 anni con una passionaccia per i viaggi e per il trekking condivisa dalla moglie Angelica, cambia improvvisamente nel giugno del 2012. Lui ricorda quella maledetta notte d’estate: l’emorragia interna, la paura, la corsa in ospedale. Ci resterà un mese. Poi la diagnosi: emangioendotelioma all’addome, un tumore vascolare raro. Inevitabile il passaggio all’IRCC di Candiolo e l’inizio della chemioterapia. Sono cicli terribili, da 72 ore. 


Dopo la prima terapia il male sembra concedere una pausa. Mauro non ci pensa due volte e si regala, insieme con la moglie, tre giorni in Trentino. Poi un’altra chemio seguita da un mini-viaggio in Ungheria. Dopo il terzo ciclo, un momento importante. «Per la prima volta dopo la diagnosi - ricorda – sono tornato a camminare: una passeggiata da 15 chilometri in Liguria, da Camogli a Santa Margherita». Mauro si sente meglio e decide di riprovarci: altre camminate, questa volta a Positano, sulla costiera amalfitana. È la fase del “rodaggio”. A dicembre del 2012 termina la chemioterapia. I medici gli prospettano l’ipotesi di assumere alcuni farmaci che, però, presentano degli effetti collaterali: eritemi e soprattutto problemi di pressione arteriosa. «Ricordo di aver pensato: “Ma come farò ad andare sulle mie amate montagne”?», sorride oggi Beccaria. «Dissi che prima di decidere avrei voluto fare un viaggio in India». Fu la svolta e naturalmente quelle pastiglie non le prese mai. «Sono partito nel febbraio del 2013 – racconta – avevo già fatto tutti i documenti prima di avere l’ok dai dottori con i quali restavo comunque in contatto via mail. Sì, forse sono stato un po’ incosciente, ma dopo quello che avevo passato avvertivo il bisogno di scoprire quei luoghi, di attingere forza, energia, ossigeno. Sono state cinque settimane faticose, ma bellissime. Mi hanno cambiato. Per me è iniziato anche un viaggio interiore, la riscoperta di una fede più consapevole». 


Dopo l’India, non si ferma più. Armato di zaino e scarponi, dormendo in rifugi, ostelli, alberghi e parrocchie, Mauro percorre due volte l’Italia, dal Monginevro a Santa Maria di Leuca. Poi via a saggiare itinerari in Francia, Spagna, Etiopia, Nuova Zelanda, Bolivia, tra i vulcani del Giappone. Aggregandosi a una spedizione conquista i 7mila metri della vetta dell’Aconcagua, in Argentina, la montagna più alta del continente americano. Non gli sfuggono nemmeno i 6mila del Kilimangiaro. Tanti incontri, tante scoperte, tanti momenti significativi. Quello più bello? «In Nepal feci amicizia con uno sherpa (un portatore, ndr) locale: un ragazzone di quasi due metri. Dopo che gli raccontai la mia storia mi disse che ero proprio un uomo forte, io così mingherlino…».  

Il momento più difficile, invece? «Rammento che di fronte a un tempio indiano, in un giorno particolare per la religione induista, si erano ammassati tanti mendicanti. Mi sono trovato all’improvviso davanti a centinaia di persone senza gambe o braccia con la loro ciotolina per raccogliere l’elemosina: è stato davvero straziante…». Adesso Beccaria sta scaldando i motori per un viaggio in Israele. Mite e selvaggio, Mauro. Mite per i suoi modi gentili. Selvaggio, per la sua fame di vita.  

Ma non ha mai avuto paura? «È proprio la paura il nostro peggior nemico. Ho visto tante persone andare in depressione dopo la chemioterapia, come se ci si dovesse arrendere. Invece no: combattete restando aggrappati a quello che vi appassiona. Per me sono stati i viaggi ed ha funzionato. Ogni volta che tornavo dall’estero per un controllo, la domanda di rito dei medici era: “Ok, dove andiamo la prossima volta? E non dimentichi di mandarci una foto”». Di fotografie ne ha inviate davvero tante. Al punto che ai dottori è venuta l’idea di raccoglierle in una mostra. Cento immagini da scoprire a Candiolo, nella piazza coperta al primo piano dell’istituto. I proventi della vendita delle fotografie (offerta minima 10 euro) esposte sino al 28 maggio, saranno devoluti alla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro. La mostra si intitola “Sono un ragazzo fortunato”. Fortunato, sì. E indomabile. 

Fonte http://www.lastampa.it/2017/05/05/italia/cronache/cos-camminando-per-mila-km-ho-sconfitto-il-cancro-eeMs5UCIpk7BJksH4sKdcM/pagina.html

PREGHIERA PER CHIEDERE LA GRAZIA DELLA GUARIGIONE A SAN GIUSEPPE MOSCATI

Preghiera per chiedere la grazia della guarigione a San Giuseppe Moscati
Amabilissimo Gesù, che ti degnasti venire sulla terra per curare
 la salute spirituale e corporale degli uomini e fosti tanto largo
 di grazie per San Giuseppe Moscati, facendolo un medico secondo
il tuo Cuore, insigne nella sua arte e zelante nell’amore apostolico,
e santificandolo nella tua imitazione con l’esercizio di questa duplice,
amorevole carità verso il prossimo, ardentemente ti prego
di voler glorificare in terra, il tuo servo nella gloria dei santi,
concedendomi la grazia…. che ti chiedo, se è per la tua
maggior gloria e per il bene delle anime nostre. Così sia.
Pater, Ave, Gloria

PREGHIERA PER LA PROPRIA GUARIGIONE


 O medico santo e compassionevole, S. Giuseppe Moscati, nessuno piú di te conosce la mia ansia in questi momenti di sofferenza. Con la tua intercessione, sostienimi nel sopportare il dolore, illumina i medici che mi curano, rendi efficaci i farmaci che mi prescrivono. Fa’ che presto, guarito nel corpo e sereno nello spirito, possa riprendere il mio lavoro e dare gioia a coloro che vivono con me. Amen.
PREGHIERA PER UN AMMALATO GRAVE

 Tante volte mi sono rivolto a te, o medico santo, e tu mi sei venuto incontro. Ora ti prego con sincero affetto, perché il favore che ti domando richiede un tuo particolare intervento (nome) si trova in gravi condizioni e la scienza medica può fare ben poco. Tu stesso hai detto: «Che cosa possono fare gli uomini? Che cosa possono opporre alle leggi della vita? Ecco la necessità del rifugio in Dio». Tu, che hai risanato tante malattie ed hai soccorso tante persone, accogli le mie suppliche e ottienimi dal Signore di vedere esauditi i miei desideri. Concedimi anche di accettare la santa volontà di Dio e una fede grande per accogliere le disposizioni divine. Amen.
San Giuseppe Moscati prega per noi.

martedì 2 maggio 2017

Ultimo messaggio Madonna di Medjugorje oggi 2 maggio 2017, la Mamma Celeste è stata molto chiara con la veggente, bisogna.....

Ultimo messaggio Madonna di Medjugorje oggi 2 maggio 2017 
Nel messaggio lasciato a Mirjana, la Madonna ci chiede sacrificio, la Madonna ci chiede di passare per la "porta stretta", la Madonna ci chiede uno sforzo per essere migliori e per essere davvero Suoi. Un messaggio importante, duro nel quale però Lei ci fa comprendere di essere al nostro fianco nella battaglia. Lei non ci lascia mai soli. Non perdiamo l'occasione di essere Suoi.

IL MESSAGGIO. "Cari figli, vi invito a pregare non chiedendo, ma offrendo sacrifici, sacrificandovi. Vi invito all’annuncio della verità e all’amore misericordioso. Prego Mio Figlio per voi, per la vostra fede che diminuisce sempre di più nei vostri cuori. Lo prego per aiutarvi con lo Spirito Divino, come anche io desidero aiutarvi con lo spirito materno. Figli miei dovete essere migliori, solo coloro che sono puri, umili e colmi d’amore sorreggono il mondo, salvano sè stessi e il mondo. Figli miei, Mio Figlio è il cuore del mondo, bisogna amarLo e pregarLo e non tradirLo sempre e nuovamente. Perciò voi, apostoli del mio amore, diffondete la fede nei cuori degli uomini, con il vostro esempio, con la preghiera e con l’amore misericordioso. Io sono accanto a voi e vi aiuterò. Pregate affinchè i vostri pastori abbiano sempre più la luce per poter irradiare tutti coloro che vivono nelle tenebre. Vi ringrazio".

Medjugorje la statua del Cristo crocifisso che piange infittisce il mistero intorno ai miracoli del santuario

E’ un fenomeno naturale o è un segno della presenza forte del Signore? E’ questa la domanda che ci si pone di fronte a quello sgocciolio che emana dal bronzo. Ci sono molte possibili spiegazioni circa questo fenomeno, e naturalmente esiste anche la quella di una sua natura spirituale. La Chiesa non ha ancora assunto una posizione definitiva sul ciclo di apparizioni che dal 1981 sembrano – il condizionale è d’obbligo – avvenire nella cittadina croata ad alcuni veggenti. Lo scorso giugno 2015 il Papa ha ribadito, come riporta Avvenire, che:

C’è un grande interesse per il giudizio sul fenomeno di Medjugorje. Che cosa può dirci al riguardo?  «Su Medjugorje Papa Benedetto XVI, a suo tempo, aveva istituito una commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini, con altri cardinali e teologi. Hanno preparato uno studio e il cardinale Ruini me lo ha consegnato, dopo alcuni anni di lavoro. Hanno fatto un bel lavoro. Il cardinale Gerhard Müller (prefetto della Congregazione per la dottrina della fede; ndr) mi ha detto che avrebbe fatto una “feria quarta” (riunione del dicastero, che si svolge il mercoledì; ndr). Su questo credo sia stata fatta l’ultimo mercoledì del mese. Stiamo per prendere delle decisioni e poi saranno comunicate. Per il momento si danno soltanto alcuni orientamenti ai vescovi»

Ma poi, come riferisce Andrea Tornielli su Vatican Insider:
Nell’ex Sant’Uffizio non si sono tenute «plenarie» (la prossima «plenaria», con la partecipazione di tutti i cardinali e vescovi membri del dicastero, è in programma per gennaio 2016). E sull’argomento Medjugorje non si è neanche tenuta la «feria quarta», la riunione mensile (congregazione ordinaria) dei cardinali e vescovi membri della Congregazione che si svolge di mercoledì. L’ultima «feria quarta» si è infatti tenuta – confermano a Vatican Insider autorevoli fonti del dicastero – lo scorso 17 giugno: l’argomento era tutt’altro, il tema Medjugorje non è stato neanche accennato
Nel frattempo è bene ribadire che Medjugorje è un luogo di preghiera e dove moltissime persone hanno trovato o ritrovato la fede e lo stato di Grazia. Resta importante tenere a mente che le attività dei cosiddetti veggenti non sono riconosciute come autentiche e che i rapporti tra il Vescovo locale e i francescani che gestiscono il sedicente santuario non sono propriamente fraterne. Restiamo in attesa delle decisioni definitive della Chiesa di Roma, unica titolata a sciogliere la vicenda, tenendo a mente quanto disse l’allora monsignor Tarcisio Bertone nel 1998, da segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede presieduta da Joseph Ratzinger :
[…] per quanto concerne i pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera privata, questa Congregazione ritiene che sono permessi a condizione che non siano considerati come una autenticazione degli avvenimenti in corso e che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa.

lunedì 1 maggio 2017

Incinta di 7 mesi e mezzo decide che non vuole più la bambina e la brucia, la reazione di Dio vi lascerà scioccati

Storia davvero forte con emozioni e valori che vanno ben oltre la vita umana, interventi divini chiari ed evidenti che cambiano per sempre la vita di molte persone come appunto "se non vuoi questo dono allora lo terrò io e lo donerò a chi lo merita"e cosi fu.
 La bambina nacque viva con gran stupore dei medici e anche se queste cliniche erano attrezzate a tali eventualità (soffocamento del nascituro abortito con soluzione salina ma nato vivo)quella volta nessuno ebbe il coraggio di toccare la bambina di Dio. Gianna Jessen 

sopravvisse per 18 ore  esposta a questa soluzione salina e nacque, ma purtroppo quello che le avevano fatto nel tentativo di ucciderla la lascerà segnata per sempre perché ha riportato una paralisi cerebrale parziale. Gianna comunque grazie a sua madre adottiva comincia una lenta riabilitazione contro tutto e tutti coloro che ritenevano inutili tali sforzi e piano piano è diventata una donna normalissima, anzi eletta visto che lei stessa si definisce la bambina di Dio. La madre biologica non sospettava minimamente il piano del Signore nei suoi confronti, perché oggi Gianna è un'attivista molto presente contro l'aborto e toccanti, molto toccanti sono state le parole che abbiamo estratto dal video che vi proponiamo qui sotto: "dove erano le femministe mentre mia madre tentava di uccidermi? Perché nessuna manifestazione fu messa su per me? non avevo anche io dei diritti?" Condividi l'articolo con più gente possibile aiutaci a far conoscere la forza di Dio a coloro che hanno perso la speranza. Grazie di aver letto l'articolo qui sotto puoi guardare il video del discorso di Gianna jessen.

Preghiera a santa bernadette per ricevere una grazia

PREGHIERE A SANTA BERNADETTE SOUBIROUS


Cara Santa Bernadette, scelta da Dio Onnipotente come canale delle sue grazie e benedizioni, attraverso la vostra umile obbedienza alle richieste della Nostra Madre Maria, hai guadagnato per noi le acque miracolose della guarigione spirituale e fisica. 

Vi imploriamo di ascoltare le nostre preghiere supplichevoli affinchè possiamo essere guariti dalle nostre imperfezioni spirituali e fisiche. 

 Mettete le nostre suppliche nelle mani della nostra Santa Madre Maria, perché possa metterli ai piedi del suo Figlio diletto, nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, affinchè Egli possa guardare a noi con misericordia e compassione: 
(esporre la grazia che si chiede) 


Aiutaci, o Cara Santa Bernadette a seguire il vostro esempio, in modo che a prescindere dal nostro dolore e dalla nostra sofferenza possiamo essere attenti ai bisogni degli altri, specialmente quelli le cui sofferenze sono maggiori delle nostre. 

 Mentre attendiamo la Misericordia di Dio, offriamo il nostro dolore e la nostra sofferenza per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati e delle bestemmie degli uomini. 

Pregate per noi Santa Bernadette, affinchè, come te, possiamo essere sempre obbedienti alla volontà del nostro Padre celeste, e attraverso le nostre preghiere e la nostra umiltà possiamo portare consolazione al Cuore Sacratissimo di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria che sono stati così gravemente feriti dai nostri peccati. 


 Santa Bernadette, prega per noi
O santa Bernadette, che semplice e pura bambina, hai per 18 volte contemplato, a Lourdes la bellezza dell’Immacolata e ne hai ricevuto le confidenze e che hai volto in seguito nasconderti nel convento di Nevers e lì ti sei consumata come un’ostia per i peccatori, ottienici questo spirito di purezza, di semplicità e mortificazione che condurrà anche noi alla visione di Dio e di Maria in Cielo. Amen

Tra gli umili e i semplici, 
tuoi figli prediletti, Signore,
Tu hai scelto Santa Bernadette
e le hai dato la grazia
di vedere la Vergine lmmacolata,
di conversare con Lei, 
di diventare testimone vivente 
del Suo amore per noi.

Concedi, Signore, 
che per la sua preghiera 
e la sua intercessione
noi possiamo seguire fedelmente 
le strade che Tu ci indichi, 
per giungere 
alla felicità promessa
e alla vera gioia del cuore.
Donaci un cuore semplice 
e povero come il suo,
capace di un abbandono totale
nella mani della Vergine Maria,
l’ lmmacolata.

Santa Bernadette,
prega per noi!

La bellissima Preghiera a Maria – MADONNA DEL RIPOSO


Ricordatevi, o pietosissima Vergine Maria,
che non si è inteso mai al mondo,
che alcuno ricorrendo alla vostra protezione,
implorando il vostro aiuto
e chiedendo il vostro patrocinio sia restato abbandonato.


Animato io da una tale confidenza, a voi ricorro, o Madre Vergine delle Vergini,
a voi vengo e con le lacrime agli occhi,
reo di mille peccati mi prostro ai vostri piedi a domandare pietà.
Non vogliate, o Madre del Verbo disprezzare le mie voci,
ma benigna ascoltatemi ed esauditemi. Così sia.